FICHA DE CRÍTICA

Endling: Extinction is forever vive di due anime. Quella di videogioco, molto più serious game di quanto possano far percepire la sua grafica attraente e l'amorevole presenza dei cuccioli di volpe, e quella di messaggio interattivo. Se la prima presenta numerosi aspetti da perfezionare – considerando la ciclicità estrema, il fatto che si senta la stanchezza anche nelle sole cinque ore di longevità e alcuni ostacoli che spingono più alla frustrazione che all'ingegno – la seconda viene impreziosita proprio dai suoi difetti. Il fatto che la vostra vita sia sempre uguale, che i pericoli siano sempre lì e non possiate sconfiggerli, che dobbiate correre con l'acqua alla gola perché avete terrore di tornare tardi alla tana e quindi non potete esplorare rendono Endling un'esperienza di una efficacia disarmante. Vi trasformerete con coinvolgimento in una mamma volpe che sta semplicemente vivendo in un mondo che glielo ha reso impossibile, che ha contaminato le sue pozze d'acqua e nuclearizzato le sue foreste. Un mondo dove gli esseri umani non solo hanno voltato le spalle al futuro a colpi di "tanto io tra cento anni non ci sarò", ma in cui hanno anche deciso che l'unico qui e ora che contasse fosse il loro. E nemmeno tanto.

Leer en su medio original
70
 
13/07/2022

  Compartir