FICHA DE CRÍTICA

Gylt è il gioco più inconsistente fra quelli finora sviluppati dal team spagnolo Tequila Works. L'opera cerca di far coesistere le atmosfere macabre e distorte dell'estetica burtoniana con un messaggio etico legato al bullismo, ma entrambi questi aspetti sono gestiti malamente e con poca efficacia. Da una parte abbiamo un immaginario cupo e opprimente, ma senza nessun elemento distintivo che possa renderlo memorabile, dall'altra una storia banale e prevedibile, raccontata con strumenti poco affilati e senza una chiusa forte e decisa. Ludicamente parlando, Gylt aderisce in maniera molto fedele ai canoni del genere di appartenenza, senza inventarsi niente. Il titolo avrebbe potuto far meglio se avesse puntato più convintamente sullo stealth, che invece viene messo da parte dopo la prima ora di gioco. Ne esce fuori un'esperienza sempre regolare, se non per qualche enigma ben concepito e un buon numero di segreti da scoprire. Gylt non è un prodotto completamente da buttare, ma per dare carattere alla sua piattaforma Stadia ha bisogno di ben altre esclusive.

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60
 
19/11/2019

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