DeVuego ES_COR

Siamo davanti a Castlevania ed è quasi scontato dire che è un gioco sul quale vale certo la pena di mettere le mani. Tralasciando qualche problemino in termini di texture o di risoluzione, tutto sembra andare verso la direzione giusta. Ma allora perché sentiamo che ci sia qualcosa che non quadra? La risposta è fin troppo semplice: 3 anni di attesa sono troppi e hanno inevitabilmente finito per screditare il valore del port operato dagli studios Climax. Un port di buona qualità, operato su un prodotto di ottima qualità partorito dagli sviluppatori di Mercury Steam, ma pur sempre una semplice trasposizione. Ciò detto, neanche un ritardo del genere può privare Castlevania: Lords of Shadow dal merito che gli va attribuito, soprattutto agli occhi di chi, ignaro di questa lunga attesa, volesse avvicinarsi per la prima volta al titolo.

Con questo sequel i ragazzi di Mercury Steam sono riusciti in una duplice impresa: chiudere la saga di Lords of Shadow in maniera eccezionale e dimostrare che le console di vecchia generazione hanno ancora tanto, tantissimo da offrire. Questo Lords of Shadow 2 è infatti un prodotto a dir poco straordinario che, capitalizzando sui punti di forza del suo predecessore, riesce nel suo tentativo di creare un'esperienza ludica intensa e coinvolgente lungo tutte le 18-20 ore di gioco necessarie per portare a termine l'avventura. Straordinario tanto nel gameplay quanto nella trama e nella realizzazione tecnica, questo sequel merita dunque la massima attenzione non solo da parte degli appassionati del genere, ma da chiunque fosse in cerca di un capolavoro con la "C" maiuscola da aggiungere alla propria collezione.

Deadlight è un titolo dalla doppia anima: da un lato presenta un gameplay piuttosto piatto, che non riesce a distinguersi come platform particolarmente innovativo o divertente, ma dall'altro regala un'atmosfera post-apocalittica horror degna di un blockbuster cinematografico, corroborata da una trama non particolarmente profonda, ma che offre un paio di colpi di scena molto validi.

L'ambizione vale la frustrazione? A nostro giudizio, sì. Gods Will Be Watching si avventura nei tanti sentieri inesplorati della simulazione digitale, allontanandosi dal confortevole e consueto rimedio del causa/effetto per mettere il giocatore nella posizione di avvertire in tutta la sua gravità il peso di ogni singola scelta sotto il gioco incombente del caso (o del caos). Le insidie non mancano e la frustrazione fa spesso capolino, premesse con cui bisognerà fare i conti per tutto il tempo speso in compagnia del gioco, ma l'ambientazione di cruda sci-fi e una narrazione spesso coraggiosa aiutano a colmare i vuoti e la rabbia. Non affrontatelo come una banale avventura grafica e vi ritroverete di fronte a un gioco che vi costringerà a riflettere sulle vostre azioni, in ogni senso.

Kromaia Ω è uno sparatutto abbastanza divertente e dotato di una discreta realizzazione tecnica. Nessuna delle componenti del titolo sviluppato da Kraken Empire raggiunge livelli d’eccellenza, ma il risultato finale riesce comunque ad essere apprezzabile. Non ci troviamo certo di fronte a un caposaldo del genere, ma a uno shooter 3D che ha comunque tutte le caratteristiche necessarie per essere apprezzato dagli appassionati del genere.

Siamo rimasti piacevolmente impressionati da questa nuova versione di PcCalcio 2001. Ci hanno colpito la sua completezza, la discreta realizzazione tecnica, una buona longevità e l'elevato coinvolgimento che questo prodotto riesce a creare nel giocatore. Fattori di non poco conto, che assicurano ore e ore di sano divertimento, specialmente agli amanti dei giochi manageriali e a tutti gli emuli del mitico Trap. Di contro, PcCalcio ha le esose richieste hardware, il difetto di essere poco più che un aggiornamento rispetto alla versione precedente e la sterilità del simulatore tridimensionale. Nonostante tutto, però, non ci sentiamo di bocciare questo prodotto, reso sicuramente appetibile dalla sua aggiornabilità e da un prezzo davvero accessibile. In definitiva, consigliato a tutti gli appassionati e a chi cerca un gioco nel contempo impegnativo e divertente.

Lo spirito indie scorre potente in The Last Door, ma non parliamo di quel hipsterismo di facciata un po' facilone che contraddistingue tante (forse troppe?) produzioni indipendenti di questi tempi. Il gioco di The Game Kitchen rifugge le scelte di massa e persino quando, suo malgrado, finisce in quel paradosso che è il mainstream dell'underground (ovvero la scelta di suddividere l'avventura a episodi o all'uso della grafica 8-bit) non lo fa per convenienza, ma per necessità. Ma l'aspetto produttivo e filosofico di The Last Door è solo una faccia della moneta, sull'altra si trova un'avventura grafica "old-school" a cui bastano una manciata di pixel e le giuste musiche per immergere il giocatore in un'atmosfera raggelante. Se pensate che con questa grafica sia impossibile far paura andate sul sito ufficiale del gioco e provate i primi capitoli gratuiti. Anzi, fatelo anche se vi fidate del nostro entusiasmo, perché la l'abilità con cui questi ragazzi spagnoli hanno saputo captare e riprodurre il feeling dei punta & clicca dei tempi d'oro mischiando all'essenza del horror dei grandi maestri merita il vostro tempo (senza nemmeno pretendere i vostri soldi!).

A dispetto di una narrazione assurda, di un gameplay mediocre e di una folle atmosfera, Zombeer si dimostra dunque un prodotto sorprendentemente divertente. I limiti dell'esperienza sono innegabili, così come la sua discutibile realizzazione tecnica, ciononostante il lavoro svolto da Moonbite Games e Padaone Games ha un che di unico che lo rende meritevole di attenzione da parte di chiunque fosse in cerca di un'avventura tanto bizzarra quanto originale. Di certo non siamo di fronte a un capolavoro, né tantomeno ad un prodotto in grado di ridefinire gli standard del suo genere di appartenenza, ma ciò non toglie che il suo obiettivo, ovvero quello di divertire, sia stato ampiamente raggiunto nonostante gli sviluppatori siano scesi a qualche piccolo compresso.